Da molti anni il regime forfettario è oggetto di modifiche e novità, il legislatore punta molto su questo regime agevolativo che prevede rilevanti semplificazioni sia ai fini IVA che ai fini contabili e consente anche la determinazione forfettaria del reddito (da qui il nome del regime), da assoggettare ad un’unica imposta flat tax.

Ricordiamo che questo regime non prevede una scadenza legata ad un numero di anni di attività o al raggiungimento di una particolare età anagrafica. La sua applicazione, pertanto, è subordinata solo al verificarsi delle condizioni e al possesso dei requisiti prescritti dalla legge.

Vediamo nello specifico quelle che sono le principali novità introdotte per questo 2023:

  • Innanzitutto partiamo dicendo che il regime è stato confermato anche per questo anno con la stessa percentuale di tassazione agevolata al 15% (ed al 5% per le nuove attività).
  • E’ stato innalzato il limite di ricavi e di compensi, il quale è passato da 65.000 euro del 2022 a 85.000 euro del 2023. E’ una novità importante, che permette a più soggetti di rientrarci e dunque allarga la platea degli aderenti. Importante notare che il regime forfettario è un regime “per cassa”, nel conteggio occorre considerare i compensi percepiti e non quelli fatturati (inclusa l’eventuale maggiorazione INPS del 4% ove presente).
  • Il nuovo limite inserito al punto precedente ha validità ed efficacia retroattiva, pertanto i soggetti che nel 2022 hanno ricevuto compensi e ricavi fino a 85.000 euro, possono aderire al regime forfettario anche nel 2023.
  • L’altra importantissima novità (che introduce una regola antiabuso, fino ad ora mai prevista) è quella relativa al tetto dei 100.000 euro. Al superamento di tale cifra in corso d’anno, è prevista la fuoriuscita immediata dal regime, l’assoggettamento ad IVA nonché la tassazione ad IRPEF progressiva (e relative addizionali) già dall’anno in corso, senza attendere l’anno successivo! Questo impone un attento controllo e misurazione in corso d’anno del fatturato raggiunto e di quanto incassato, per evitare spiacevoli ed importanti conseguenze, anche economiche.
  • Per chi supererà il nuovo limite di 85.000 euro ma resterà sotto i 100.000 euro non ci saranno drammatiche conseguenze, ma solamente la fuoriuscita dal regime a partire dall’anno successivo.

Sul fronte fatturazione elettronica nessuna importante novità, rimandato tutto al 1 gennaio 2024. Pertanto chi ha superato il limite di 25.000 euro nel 2021 è stato obbligato a partire dallo scorso 1 luglio 2022 ad emettere fattura elettronica e dunque proseguirà anche per il 2023. Per tutti gli altri soggetti invece, l’obbligo scatterà a partire dall’anno prossimo.

Per concludere, ricordiamo che questo regime può prevedere importanti agevolazioni e risparmi, a patto di effettuare un’attenta analisi sui numeri e sulla convenienza.

Il regime prevede infatti la possibilità dedurre forfettariamente una percentuale di costi stabilita dall’Agenzia delle Entrate (che può essere più bassa rispetto ai costi ed agli investimenti effettivamente sostenuti dall’imprenditore/professionista) e non prevede la possibilità di detrarre l’IVA sugli acquisti (generalmente il 22% del costo). Senza considerare i limiti posti per chi ha dipendenti o collaboratori.

Quindi se è vero che il forfettario rappresenta il regime naturale per le persone fisiche che svolgono attività di impresa ed esercitano arti e professioni in forma individuale, è altrettanto certo che non tutti gli imprenditori e i professionisti possiedono i requisiti o hanno la convenienza ad accedervi. Con l’aiuto di un esperto fiscale, sarà opportuno valutare caso per caso e fare la scelta migliore per pianificare ed ottimizzare il carico delle imposte dovute.

– Articolo a cura di Francesco Schimmenti, Partner d’Impresa Fiscal Firenze

 

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